Il Casino del Duca di Martina
La triste storia di un suicidio d’amore.
Percorrendo la statale che porta sullo Jonio ad un certo punto ci si imbatte nella sagoma scura e minacciosa di un enorme complesso residenziale rurale. Siamo di fronte ad una delle masserie più imponenti del nostro territorio, sicuramente tra le più antiche. Su di un nucleo originario del seicento, infatti, il fabbricato si sviluppò sino alle dimensioni giunte a noi passando di proprietà dai Caracciolo ai de’ Sangro sino alla morte del rampollo di questi ultimi, Riccardo, avvenuta in circostanze piuttosto drammatiche. La storia del suicidio di Riccardo a seguito di una delusione d’amore, rende infatti il posto particolarmente appetibile per gli incursori del paranormale in cerca di emozioni forti. A noi bastano gli scenari offerti ai nostri obiettivi tra i quali spiccano la stupenda cappella (oggi sapientemente affrescata da edere, radici e muffe variopinte) e la statua del cacciatore, dedicata nel 1885 da Placido de’ Sangro alla memoria del figlio suicida, Riccardo. Nel 1974 questo manufatto subì l’attacco di un fulmine che ne recide il capo, un episodio che negli anni ha finito coll’alimentare ancora più legende e racconti fantastici.
Le case abbandonate sono come gli uomini. Alcuni tengono duro, altri crollano.
Mauro Corona
Autori: Valeria – Antonio – Mimmo
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