Villa Cerulli-Bozzicorso
Storia e decadenza di una dimora nobiliare
Nel cuore del Salento, immersa in una vallata che si estende ai piedi di Lecce, sorge un’antica dimora che racconta una storia di splendore e decadenza: Villa Cerulli-Bozzicorso. Questo capolavoro del barocco pugliese, costruito nel 1804 su progetto di Emanuele Orfano, ultimo grande esponente del tardo barocco settecentesco salentino, è un testimone muto di un’epoca passata, quando l’aristocrazia salentina viveva in sontuose residenze di campagna. Vogliamo ricordare che l’architetto e scultore Emanuele Orfano lega il suo nome anche ad altre importanti opere: l’Altare della Vergine del Rosario nella parrocchiale di Martignano e quello dell’Immacolata a Muro Leccese.
La villa, commissionata da Alessandro Cerulli di Monopoli, si sviluppa su due livelli e si caratterizza per la sua maestosa facciata principale, impreziosita da una monumentale scala a tenaglia che conduce al piano nobile. Lo stemma che campeggia sul balcone centrale è quello della famiglia Bozzicorso, famiglia di Monteparano imparentata nel 1817 con cui i Cerulli. La facciata è scandita da lesene lisce e bugnate. Le superfici del piano terra, di esasperata simmetria, si aprono con porte, portoni e finestrini circolari realizzando uno straordinario gioco di chiaro-scuri. L’adiacente cappella di piccole dimensioni conserva un elegante altare settecentesco. Le linee eleganti e le decorazioni in pietra leccese, tipiche dell’architettura barocca salentina, conferiscono alla villa un’atmosfera di grande raffinatezza. Gli interni, sebbene in gran parte privi degli arredi originali, conservano ancora oggi il fascino di un tempo e raccontano storie di vita vissuta. L’unico ambiente degno di nota è il salone centrale le cui pareti sono decorate da falso marmo dipinto, per il resto è un susseguirsi di ambienti vuoti, saloni e stanze prive di qualsiasi forma di decorazione; probabilmente queste giacciono coperte da strati di intonaco steso nel corso dei secoli. Al piano terra, come consuetudine, si trovavano gli ambienti di servizio, che fanno da base al piano nobile andando a costituire all’esterno un ampio ballatoio, completato lateralmente da due terrazze decorate da pinnacoli in pietra leccese. Alle spalle della struttura, lo schema ripreso è lo stesso ma ulteriormente alleggerito: il ballatoio perde i locali inferiori, che quindi sono sostituiti da un lungo portico con un susseguirsi di arcate. Questa facciata si estendeva un vasto giardino all’italiana, con aiuole geometriche, fontane e statue, che completava l’immagine di una residenza signorile.
Purtroppo, nel corso degli anni, la villa e il suo giardino sono stati abbandonati a sé stessi, subendo i danni del tempo e degli eventi atmosferici. L’uragano del 1932 e il violento ciclone del 1939 hanno provocato gravi danni alla struttura, soprattutto ai tetti, compromettendone l’integrità.
Villa Cerulli-Bozzicorso rappresenta un simbolo di un’epoca passata, quando la nobiltà salentina viveva in splendore e fasto. La sua storia è strettamente legata a quella del territorio e delle famiglie che l’hanno abitata. Oggi, questo gioiello architettonico giace in stato di abbandono, ma conserva intatta la sua bellezza e il suo fascino. La villa è un patrimonio culturale inestimabile che merita di essere tutelato e valorizzato. È auspicabile che, grazie all’impegno delle istituzioni e dei privati, si possa avviare un percorso di recupero e restauro che permetta di restituire alla comunità questo straordinario bene culturale.
Autori: Valeria – Mimmo