Abbandono in Technicolor
Il Cinema del Sig. Leonardo Centrone
Il Cinema-Teatro nasce nel gennaio del 1947 dalla visione del Sig. Leonardo, saggio, serio e infaticabile lavoratore che si spese per soddisfare prima i bisogni primari dei suoi concittadini adottati, offrendo prima di ogni altra cosa uno stipendio, e dopo regalando cultura, svago e divertimento, creando una alternativa per il dopo-lavoro e i giorni festivi. Una capienza di 2000 posti, una sala minore che ne fece un antesignano dei moderni multisala, palco con fossa per orchestrali, e un cartellone di grandi presenze fino al giorno della chiusura. Camerini ricavati sotto e dietro il palco, quest’ultimo dotato di saliscendi per il cambio veloce delle scenografie. Sulle nostre teste una poesia di contrappesi muti e immobili al loro posto in attesa che qualcuno ridia vita a quelle corde ormai aride. La platea era costruita con la giusta pendenza per permettere a tutti una visione ottimale del palco. I palchi e sovrappalchi aperti sulle due pareti laterali del teatro, ordinati e con le sedie fissate al pavimento in direzione del palcoscenico. Nella parte superiore i loggioni e la piccionaia, le categorie dei posti più economici, che consentivano a tutti l’accesso alla cultura ed allo svago. Affianco alla sala grande, al primo piano, la saletta secondaria di circa 80 posti a sedere con ingresso e biglietteria separati, dove con nostra grande sorpresa abbiamo trovato ad accoglierci una maestosa “donna pettuta in carta pesta”, opera di un artista locale. Per raggiungere la saletta di proiezione si deve passare dal sontuoso balcone, dove da una porticina sita su una delle due torri laterali, si sale dalle anguste scale che portano in questo piccolo locale illuminato da grande finestra. Meraviglia alla visione di un proiettore P30 delle Officine Prevost di Milano. Il gioiellino, mangiato dal guano dei piccioni, nasceva alimentato dal carbone e poi fu trasformato per la proiezione a mezzo di lampada alogena.
Se ci schiacciamo sul presente viviamo una vita sola e immemore, simile a quella dei mammiferi, ma se riviviamo almeno una ottantina di vite che ci separano dalla protostoria, allora viviamo innumerevoli altre vite, sia muovendoci in orizzontale, viaggiando nello spazio, sia muovendoci in verticale, viaggiando nel tempo. Così ad un tratto il futuro si fa ventaglio di possibilità e a noi non resta che scegliere. E scegliere significa essere liberi.
Andrea Carandini
Se vuoi approfondire la storia sul cinema Centrone puoi leggere il nostro articolo scritto per Ascosi Lasciti dal titolo “Cinepanettone 2020 – Natale in abbandono” o per la testata giornalistica Barinedita dal titolo “Gravina, la storia dell’abbandonato Centrone: il più grande cinema-teatro del barese”
Autori: Valeria – Antonio – Marco – Mimmo
Se ci schiacciamo sul presente, viviamo una vita sola e immemore, simile a quella dei mammiferi, ma se riviviamo almeno l’ottantina di vite che ci separano dalla protostoria, allora viviamo innumerevoli altre vite, sia muovendoci in orizzontale, viaggiando nello spazio, sia muovendoci in verticale, viaggiando nel tempo. Così ad un tratto il futuro si fa ventaglio di possibilità e a noi non resta che scegliere. E scegliere significa essere liberi.